Nel 2021 Franco Cioni deciso di ammazzare la moglie per non farla soffrire: per i giudici è stato un gesto di “altruismo”.
Era l’aprile del 2021 quando Franco Cioni soffocò nel sonno la moglie, malata oncologica di 68 anni, Laura Amidei. Il delitto avvenne a Vignola, in un’abitazione di via Degli Esposti, per mettere fine alla sofferenza della donna. Oggi la Corte di Assise conferma la condanna per il 74enne.
Il delitto di Amidei per “porre fine alle sofferenze”
Era il 14 aprile 2021 quando la cittadina di Vignola fu scossa da un terribile dramma. Franco Cioni, allora 73enne, decise di uccidere sua moglie malata terminale, la 68enne Laura Amidei, soffocandola con un cuscino. Fu lo stesso uomo a chiamare i Carabinieri di Modena, subito dopo il delitto, spiegando di aver agito per porre fine alle sofferenze della moglie, che da anni era allettata.
Inoltre, era stata la stessa moglie, in passato, a riferire a Franco che non voleva essere portata in una casa di riposo. Secondo le testimonianze raccolte, i due coniugi sono vissuti insieme per 45 anni, con il 74enne che ha sempre assistito Amidei fin dal primo manifestarsi della malattia nel 2016 “con assoluta costanza e inesauribile dedizione”.
Condannato Franco Cioni, per i giudici “altruismo”
La Corte di Assise di Modena, che ha condannato Franco Cioni a 6 anni di reclusione per l’omicidio di Lucia Amidei, ha riconosciuto all’imputato l’attenuante dei motivi morali e sociali, considerando il suo gesto come un atto di “altruismo”.
Nelle motivazioni della sentenza, i giudici hanno spiegato di aver tenuto conto che l’omicidio avvenne con “modalità consone allo scopo”, cioè con un cuscino e mentre la donna stava dormendo. Inoltre, hanno sottolineato che non si può considerare il gesto isolatamente “rispetto a tutta la condotta anteriore osservata dall’imputato nella dedizione, nella vicinanza e nel sostegno umano assicurato alla propria consorte per tutta la sua lunga malattia”.
Il caso di Franco Cioni riflette un sentire sociale sempre più presente in larghi settori della società civile che hanno vissuto o sono chiamati a vivere la drammaticità del fine vita di loro congiunti.